Pensioni, in aumento quelle anticipate e le cifre corrisposte dall’INPS

4 Feb 2020 | Comunicazioni

 

L’effetto della particolare congiuntura previdenziale, che vede la sovrapposizione tra Quota 100 e il recente aumento di cinque mesi per accedere al requisito necessario alla pensione di vecchiaia, ha avuto un impatto determinante nei flussi di pensionamento del 2019: le fuoriuscite dal mercato del lavoro sono aumentate.

Ci riferiamo non tanto ai trattamenti maturati per naturale compimento dei termini, quanto alle pensioni anticipate.

Secondo i dati Inps aggiornati allo scorso 2 gennaio, infatti, su 535.573 nuovi pensionati ben 196.857, cioè il 29,4% del totale, sono stati catalogati dall’Istituto come beneficiari di trattamento anticipato.

Tra costoro, vanno annoverati per primi coloro che hanno scelto Quota 100: una platea di lavoratori che ha colto l’opportunità di fuoriuscire dal mercato con il requisito minimo di 62 anni di età e 38 anni di contributi.

In particolare, l’età media di tale pensionamento è stata di 62 anni per i dipendenti, di 62 e 4 mesi per gli artigiani e di 63 per i commercianti.

A ingrassare le fila delle uscite anticipate, inoltre, hanno contribuito, in maniera incisiva, anche i soggetti che hanno seguito l’opzione, in vigore fino al 2026, del mantenimento dei requisiti sulla base esclusiva dei contributi (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne) e le misure agevolative per i lavoratori impegnati in attività usuranti.

D’altra parte, il fattore anticipo si è riflesso sulle dinamiche del pensionamento di vecchiaia, che è calato complessivamente del 15,6%, a 121.495 unità.

Per quanto riguarda, infine, gli importi degli assegni mensili corrisposti dall’Inps, la cifra media delle pensioni di vecchiaia è pari a 685 euro per i lavoratori autonomi e 1.113 per i lavoratori dipendenti.

Per le pensioni anticipate, invece, è di 1.873 euro per i lavoratori autonomi e di 2.101 per i lavoratori dipendenti.